
Lo squilibrio tra sforzo depurativo (comunque incompleto) e permanenza di una situazione estremamente critica per tutte le acque del bacino Lambro-Seveso-Olona, è sicuramente dovuto alla sproporzione tra densità di popolazione, imprese e dimensione territoriale: si tratta in definitiva del più popoloso bacino dell'intero distretto idrografico del Po. Certo, l'insufficiente dotazione di depuratori e l'inadeguatezza tecnologica di molti depuratori esistenti, argomenti su cui concentriamo uno specifico approfondimento, rappresentano anch'esse delle tare gravissime, che non a caso ci tengono costantemente sotto l'osservazione critica della Commissione Europea.
Quello che vogliamo giungere a sollevare come grande tema per il futuro prossimo della programmazione delle risorse è proprio questo: la grande opera infrastrutturale di cui la Lombardia ha bisogno, forse in assoluto la più grande e più costosa di tutte, è un nuovo sistema drenante e depurante, che assuma come criteri progettuali non più quelli delle vecchie fognature, ma quelli di una gestione integrata, pulita ed efficiente delle acque. O teniamo presente questo orizzonte, per sviluppare piani d'azione e programmi di investimento che vadano in questa direzione, o continueremo ad inseguire emergenze,
sversamenti, inquinamenti, ma anche rischi sanitari e perfino alluvioni nel cuore delle nostre città, come già avviene per il Seveso a Milano o per il Lambro a Monza.